Riporto un articolo scritto da me nel N° 2243 di Diana del novembre 2014 dove esprimevo il mio parere circa le peculiarità e le caratteristiche del nostro fedele cocker spaniel inglese ; una sorta di commento che spero sia di vostro gradimento. Buona lettura.

IL Cocker Spaniel Inglese

Non è possibile esimersi dal non innamorarsi di qui setosi e morbidosi orecchioni, del suo caratteristico sguardo dolce e languido e quel carattere allegro e un po' testardo. Per me, che ero solo una bambina di 9 anni, fu letteralmente amore a prima vista. Ad oggi, dall'arrivo del mio primo cockerino fulvo di nome Charlie, sono passati 11 anni e la dedizione e complicità che nutro nei confronti di questa razza è cresciuta con me. Come la maggior parte delle persone che si avvicinano a questa razza, io me ne innamorai inizialmente per il suo aspetto fisico, per il carattere amabile e la smisurata intelligenza. Iniziai poi grazie ad Angela Francini a frequentare il mondo delle esposizioni ottenendo negli anni grandi soddisfazioni. Ma poi per ottenere le qualifiche in prova di lavoro mi sono avvicinata alle prove Enci di lavoro e di riflesso alla caccia. Non mi sarei mai aspettata che quel cagnolino dall'aspetto elegante e un po' snob una volta lasciato libero in campagna diventasse un micidiale cacciatore. Non vi sto a raccontare il batticuore e l'apprensione che ho provato le prime volte che lo vedevo sparire dentro boschi e roveti immensi dietro fuggenti fagiani. E la stupefacente emozione provata ad udire lo scoccodellare di un di fagiano costretto dal mio piccolo cockerino ad abbandonare il suo sicuro rifugio per palesarsi in volo alla nostra vista. Poi come usa narrare un vecchio adagio: “ l'appetito vien mangiando” e con un poco di rimpianto per non aver scoperto prima questa sua grande indole mi sono dedicata sempre più al mondo della caccia e delle prove e con rammarico mi sono resa conto che esiste nella mente di una buona parte dei cacciatori una sorta di “retaggio di pensiero” , del tutto errato, che delinea un ingiusto svilimento delle potenzialità venatorie delle razze spaniels e soprattutto del cocker. Quando va bene si arriva al massimo a una sorta di marginalizzazione come cane da riporto da utilizzarsi esclusivamente nella caccia dei piccoli uccelli. Ma credetemi che non esiste, in materia, maggior emozione e soddisfazione del vedere tornare il nostro “eroe”, perché tal è, con un fagiano in bocca che pare essere più grosso di lui... Magari recuperato pure con difficoltà in zone a noi inaccessibili !
Mi sono resa conto che in Italia, e in diversi paesi europei, ma non più in Gran Bretagna,patria d'origine delle razze da ferma per eccellenza ovvero setter e pointer, i cani da caccia più utilizzati ed apprezzati dai cacciatori sono i cani da ferma probabilmente perché in grado di coprire maggiori distanze e di rendere un po' più comoda l'azione di caccia dei loro proprietari con l'immobilità della ferma. Di conseguenza essi sono divenuti pure i più conosciuti nella società venatoria. Andando di conseguenza a ridurre di molto l'utilizzo di questa razza a caccia che come vedremo per questo scopo è stato allevato.
Tracciando le origini del nostro piccolo protagonista potremmo osservare che egli fu selezionato per essere un grande cane da caccia.
Ci troviamo nella floridità economica dell’Inghilterra dell’epoca Vittoriana quando, per volontà di alcuni nobili, si diede vita ad una vera e propria selezione di razza. Vennero istituiti i primi registri di razza, se pur a valenza soggettiva e privata, di ognuna delle casate nobiliari. Ciò servì per dare una pragmatica distinzione a quei cani che fino ad ora erano stati inseriti in una grande eterogeneità di cani da caccia denominati spaniels. Cani che, si diceva, venissero addestrati a cercare e a levare in volo la selvaggina per il falco. Il cocker spaniel inglese è un diretto discendente dei Land’s Spaniels ovvero tutti gli spaniels selezionati per la caccia nei secoli precedenti al 1800 secondo le diverse esigenze degli allevatori. Si pensa che i progenitori degli Spaniels siano giunti nelle isole britanniche nel 1400 ma la loro presenza in altri territori europei quali Spagna e Francia è precedente e testimoniata da svariati testi e dipinti di personaggi di notevole fama quali il conte di Foix, Gaston Phobeu scrittore di quello che può essere definito come il primo manuale della caccia ” Le livre de chasse”, Shakespeare, Geoffrey Chaucer e Pisanello. Giungono quindi nel 1400 in Gran Bretagna e successivamente,nel 1570, ha inizio una classificazione basata sul tipo di lavoro che veniva svolto da questi; venivano chiamati water spaniel quelli che lavoravano prevalentemente in acqua mentre land’s spaniel quelli che lavoravano a terra e che, successivamente, vennero divisi in pointing spaniel che puntavano e fermavano la preda e springing spaniel quelli che, letteralmente, facevano “saltare” la selvaggina senza fermarla come ricorda l’etimologia della parola spring, in inglese molla. Nelle cucciolate di springing spaniel capitava che nascessero soggetti di dimensioni diverse e da qui la distinzione tra springing e cocking ( i più piccoli sotto lo dodici libre) venivano denominati cocker e utilizzati soprattutto per la caccia alle beccacce ( woodcock significa beccaccia ). Fu il signor Farrow, nel 1879, ad iniziare una vera e propria selezione accoppiando un maschio nero focato di nome Frank con una femmina bianco nera di nome Betty ( o forse Hills ); nacque Obo, un maschio nero, futuro capostipite della razza che, a sua volta, diede vita a numerosi campioni prevalentemente neri e probabilmente ad una prima femmina blu roana. Obo, nonostante fosse più piccolo rispetto agli attuali cocker e più simile ad un sussex per costruzione, fu un grande riproduttore che diede un’impronta fondamentale per qualità genetiche e tipicità all’evolversi della razza che fu riconosciuta ufficialmente dal kennel club inglese nel 1893 come COCKER SPANIEL INGLESE. 
Venendo dal mondo delle esposizioni sono un'amante del "bello e bravo"; credo che produrre ed avere un bel cane che caccia in maniera ottimale debba essere la massima aspirazione, nonché obbiettivo, di ogni allevatore. 
Il cocker è il più piccolo degli spaniels, il suo aspetto è quello di un cane ben equilibrato, forte, compatto e molto armonioso nella costruzione e nel carattere. La testa è caratterizzata da un cranio ben cesellato, muso quadrato, stop ben definito e situato a metà tra il tartufo e l’occipite, l’occhio è ben aderente, espressivo, sveglio e brillante, le rime palpebrali ben discese ma non troppo pesanti. Le orecchie, una delle particolari caratteristiche della maggior parte degli spaniel , sono lunghe, a forma di lobo e attaccate basse a livello dell’occhio; se allungate in direzione del tartufo arrivano alla punta. E’ inscrivibile in un rettangolo nella misurazione tipica che si ricava calcolando la distanza dei punti di repere presi dalla linea verticale dello sterno alla linea della natica che deve essere più lunga di quella ricavabile dal garrese a terra; ma un’altra misurazione importantissima, dettata chiaramente dallo standard, è quella ricavabile dall’altezza al garrese al suolo che deve uguagliare la distanza dal garrese stesso all’inserzione della coda. Questo parametro va chiaramente ad identificare l’assoluta compattezza della struttura fisica del cocker, generando per forza maggiore un galoppo tipico ed unico tra tutte le razze spaniels. Il collo è di moderata lunghezza, molto muscoloso, privo di giogaia ed inserito su spalle ben inclinate. Il tronco è, appunto, compatto e solido con rene corto e largo, la linea dorsale è orizzontale e tende a scendere dal rene all’inserzione della coda per un massimo del 30%. Gli arti hanno una buona ossatura, sono ben angolati (ma non esageratamente, soprattutto sul posteriore) e terminano con piedi ben raccolti e chiusi denominati appunto “piedi di gatto” , il metatarso sul posteriore è corto sotto al garretto per esprimere potenza nell’azione di spinta. Nonostante i suoi occhi languidi e il suo aspetto da cane da salotto esso non è adatto a tutti; egli è un intrepido cacciatore dal forte temperamento che ha un gran bisogno di sfogare le sue energie a caccia o comunque con lunghe passeggiate e corse o nuotate giornaliere, se gli si impedisce ciò si rischia di rovinare il carattere allegro, dolce ed affettuoso di cui è dotato e di renderlo piuttosto un cane infelice, stressato e scontroso. Ciò non toglie che, data la sua dolcezza e morbosità, sia un meraviglioso compagno di vita che si adatta facilmente alla vita in famiglia e in appartamento ma, come ho già detto, ha un gran bisogno di esprimersi nelle sue doti naturali. A conferma del suo carattere perennemente allegro, vivace ed esuberante e caratterizzato da un costante movimento di coda ad esprimere tutta la sua gioia viene perfino denominato “MERRY cocker”. E’ un cane versatile, intelligentissimo ed apprende molto facilmente ma anche molto permaloso e testardo perciò, per avviarlo ad una attività, bisogna principalmente conquistare tutta la sua fiducia. Una volta acquisita la fiducia possiamo iniziare ad impartirgli le prime nozioni fondamentali dell'addestramento alla caccia, insegnamenti che avranno necessità di essere praticati con una grande dote di pazienza e senza mai farsi prendere dalla fretta che si rischierebbe di urtare inevitabilmente con il suo carattere particolarmente permaloso. Se saremo giudiziosi i risultati saranno poi a dir poco eccezionali. Rispettatelo ed apprezzatelo in tutto e lui penderà dalle vostre labbra, sempre devoto e riconoscente ma non fatevi ingannare dai classici occhi da vittima permettendogli di fare ciò che vuole. 
Il suo aspetto fisico e il carattere testardo ed esuberante sono in funzione del lavoro che deve svolgere; esso deve infatti favorire una prolungata azione di caccia in terreni spesso molto difficili, ricchi di vegetazione, nel gerbido, nel bosco e nel sottobosco; terreni per i quali è stato selezionato e dove solitamente abbiamo maggiore abbondanza di selvatici. L'andatura del cocker è un galoppo brioso ed energico ma non così tanto da essere paragonato a quello degli altri spaniels; può variare a seconda della difficoltà del terreno, nelle zone più pulite avremo un galoppo continuo e sicuro mentre nella situazione di emanazione difficile o scarsa e/o in un terreno impervio e spesso inaccessibile al conduttore rallenterà raggiungendo un trotto sostenuto al fine di effettuare degli accertamenti più dettagliati. Il folto, a differenza delle altre razze spaniels per la sua piccola taglia, viene intrapreso utilizando i cunicoli o i pertugi che spesso si trovano lungo il bordo del forte della vegetazione ed all’interno persegue incessantemente senza alcuna esitazione il selvatico fino a convincerlo all’involo. Per il tipo di lavoro che deve svolgere, ovvero forzare la selvaggina senza fermarla, il nostro intrepido compagno batte il terreno da destra a sinistra con dei lacet contenuti in un raggio pari a 25-30 metri dal conduttore per dargli la possibilità di sparare ed abbattere il selvatico; questa distanza può variare a seconda del terreno che stiamo affrontando e degli ostacoli che ci troviamo di fronte poiché la visibilità potrebbe essere ridotta. Come abbiamo detto precedentemente, una sua caratteristica essenziale, è il movimento della coda. Nella cerca e soprattutto nel pistaggio essa sarà mossa freneticamente a segnalare al conduttore la presenza del selvatico; anche altri aspetti renderanno di facile interpretazione al conduttore la "cacciata" come il portamento della testa, il cambio di andatura e atteggiamenti euforici. Vedremo il nostro cane "cambiare marcia"! Al momento dello schizzo e dell'involo è richiesta l'immobilità del cane per concedere un tiro sicuro al conduttore e per permettere al cane di vedere con maggior precisione il punto di caduta del selvatico ed essere mandato successivamente al riporto della preda abbattuta. Il riporto verrà effettuato con estrema gioia, caratterizzato sempre da un bel movimento di coda; la preda sarà consegnata con fierezza nelle mani del conduttore. Il cocker è per la caccia dei giorni d’oggi un ausiliare non solo completo, efficiente e polivalente dal punto di vista venatorio ma altresì è compatibile anche con l’esigenza abitativa della società moderna e metropolitana ; la sua taglia gli consente un facile adattamento alla vita d’appartamento di una grande città, senza tradire o venire meno allo scopo originario della sua selezione, ossia la caccia.